Gli imballi di plastica sono tra le principali fonti di inquinamento del pianeta e l’Unione Europea è in prima linea per ridurre il prima possibile questo tipo di materiale.
Per farlo, ha presentato una proposta di regolamento il 30 novembre 2022, che mira ad aggiornare il quadro normativo europeo sugli imballaggi e sostituire la direttiva 94/62/UE.
Gli imballi di plastica, insieme ad altri materiali, viene presa in esame dagli emendamenti del nuovo strumento giuridico, fissando obiettivi concreti.
Il 2030 è stato individuato come anno limite per rendere tutti gli imballaggi riciclabili, promuovendo il riutilizzo, i sistemi di cauzione e i vuoti a rendere. Ma perché si sono rese necessarie queste misure?
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Imballi di plastica, la relazione dell’Unione Europea
La relazione della commissione europea definisce l’imballaggio come un elemento necessario ed essenziale per proteggere i prodotti, garantirne la sicurezza e informare i consumatori.
In più, l’industria del packaging è un asset fondamentale per l’UE e, solamente nel 2018, ha generato un fatturato di 355 miliardi di euro.
Ma esistono anche lati negativi. Gli imballi di plastica (e di altri materiali), sono una fonte crescente di rifiuti.
Se nel 2009 gli stati membri ne producevano 66 milioni di tonnellate, nel 2019 queste sono diventate 78,5 milioni.
Continuando di questo passo, entro il 2030 si registrerà un aumento complessivo dei rifiuti da imballaggio del 19%.
Tra i rifiuti di packaging più comuni ci sono:
- 41% carta e cartone
- 19,5% plastica
- 19% vetro
- 15% legno
- 5% metallo e alluminio
Eliminare la plastica diventa quindi fondamentale perché il suo flusso inquinante è aumentato del 27% in dieci anni.
Plastica per imballaggio: la situazione europea
Quando si parla di consumo delle risorse terrestri (quello che si cita sempre durante l’overshoot day), bisognerebbe menzionare che è proprio il settore degli imballaggi uno dei maggiori utilizzatori di materie prime vergini.
Il 40% della produzione di plastica è infatti dedicata al packaging e, a fine vita, si trasforma nel 36% dei rifiuti solidi urbani.
Uno dei principali problemi di questa filiera a livello europeo è la diversità degli approcci normativi dei singoli stati.
Ecco perché l’UE ha proposto un regolamento unico sugli imballaggi di plastica e sui rifiuti, inserito all’interno del Green Deal europeo per la riduzione di CO2 entro il 2050.
L’obiettivo del regolamento europeo
In linea con il Green Deal, il nuovo piano d’azione per l’economia circolare vuole spingere i produttori a rendere tutti gli imballi riutilizzabili o riciclabili entro il 2030.
Invita inoltre tutti gli stati membri dell’UE a prendere in considerazione altre misure per ridurre i rifiuti di imballaggio e gli imballaggi eccessivi, favorendo la progettazione dei packaging ai fini del riutilizzo e della riciclabilità.
La riduzione della complessità dei materiali di imballaggio è un altro dei punti e aiuterà a limitare il volume complessivo dei rifiuti prodotti.
Infine, la Commissione Europea è incentivata a valutare un nuovo sistema di etichettatura che possa rendere ancora più semplice la separazione dei rifiuti e la loro raccolta differenziata.
Quali sono le proposte dell’Unione Europea
I punti principali contenuti negli emendamenti della proposta dell’UE sono:
- Riduzione degli imballaggi superflui
- Riduzione progressiva (dal 5% fino al 15%) dei rifiuti grazie a un taglio su perso e volume degli imballaggi
- Riutilizzo e ricarica di packaging, da promuovere con incentivi per vuoto a perdere e deposito cauzionale
- Riciclo di maggiore quantità di materiali, rispettando la raccolta differenziata
- Raggiungimento dell’obiettivo del 100% degli imballaggi riciclabili entro il 2030
La posizione dell’UE sugli imballi di plastica
Gli imballi di plastica, nonostante i numeri allarmanti, non è ancora al primo posto nei pensieri della commissione.
I dati dicono infatti che il volume dei rifiuti plastici aumenterà del 46% entro il 2030 e del 61% entro il 2040.
Per invertire la tendenza, l’UE sta elaborando un trattato internazionale contro l’inquinamento plastico, la cui pubblicazione è prevista per il 2024.
Nel frattempo, la proposta di regolamento consiglia un intervento alla fonte:
- Fissando obiettivi legati al contenuto di plastica riciclata all’interno degli imballi
- Proponendo agli stati di ridurre i rifiuti da imballi di plastica del 10% entro il 2023, del 15% entro il 2035 e del 20% entro il 2040
- Tagliando il consumo di buste di plastica in materiale leggero e ultraleggero
- Proponendo di alzare la percentuale obbligatoria di raccolta differenziata fino al 90% entro il 2029.
A proposito delle buste di plastica.L’emendamento 41, 73 bis del nuovo regolamento europeo è dedicato alle buste di plastica ultraleggere.
Queste, infatti, diventano frequentemente rifiuti inquinanti per l’ambiente marino e, secondo l’UE, dovrebbero essere utilizzate solo per usi “strettamente necessari”.
Tra le pagine del regolamento si legge infatti “tali borse di plastica non dovrebbero essere immesse sul mercato come imballaggi per la vendita di alimenti sfusi, tranne che per motivi igienici o per l’imballaggio di alimenti umidi sfusi come carne cruda, pesce o prodotti lattiero-caseari”.
Questo punto ha già scatenato l’allarme di Coldiretti che, durante la manifestazione Tuttofood, ha dichiarato che la direttiva rischia di impedire la vendita dell’insalata in busta.
Non solo, perché a rischio ci sarebbero anche i cestini per la frutta, le confezioni dei pomodorini e le reti per contenere agrumi e patate.
La proposta di regolamento europea intende infatti eliminare la plastica e in particolare tutti i packaging per contenere un peso inferiore a 1,5 kg.
Il rischio è quello di inficiare le norme igienico-sanitarie, aumentare gli sprechi e vedere un incremento di costi per i produttori (che si rivarranno poi sui consumatori).
Inoltre, il danno economico sarebbe molto grande: il giro d’affari delle insalate in busta si aggira intorno a 1 miliardo di euro.
Eliminare la plastica: chi inquina paga
Altro punto fondamentale del regolamento è quello del “chi inquina paga”.
Infatti, è intenzione dell’UE di affidare la responsabilità della gestione del fine vita degli imballaggi ai produttori e agli operatori del commercio elettronico.
A norma della direttiva 94/62/CE, entro il 31 dicembre 2024 verranno quindi stabiliti regimi di responsabilità estesa del produttore.
Questi, secondo la Commissione Europea, rappresentano lo strumento più idoneo per registrare un impatto ambientale positivo, incentivando raccolta differenziata e riciclaggio.