Il sodio è un minerale essenziale per il benessere dell’organismo, protagonista di numerose reazioni metaboliche. In un adulto la sua concentrazione totale è di circa 92 grammi.
Di questi, il 43% si trova nel tessuto osseo, mentre il 40% è localizzato all’interno dei liquidi extracellulari. Il resto è nei tessuti connettivi e nelle cartilagini.
La fonte principale del minerale è il sale, che si trova anche all’interno dell’acqua e, con il suo consumo, viene assimilato dal corpo.
Un’acqua povera di sodio, la cui percentuale di sale risulta molto bassa (minore di 20 mg per litro), ha numerosi benefici per l’organismo.
Esagerare con l’assunzione di questo minerale è infatti controindicato. Il fabbisogno giornaliero è compreso tra 0,6 e 3,5 g, in relazione all’età e alle condizioni di salute.
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Acqua povera di sodio: le caratteristiche
L’acqua a basso contenuto di sodio contiene ridotte percentuali di minerali e un residuo fisso basso.
Al suo interno non si trovano più di 20 mg/l di sodio e carbonato di sodio.
È nota per favorire la diuresi e avere numerosi benefici sulla salute, specialmente per chi soffre di ipertensione (pressione alta).
In generale, assumerla quotidianamente aiuta a tenere sotto controllo la presenza del minerale nel sangue e contrasta la ritenzione idrica, fenomeno responsabile degli inestetismi della cellulite.
Quanto sodio deve avere un’acqua buona?
Tra i parametri che identificano la qualità della potabile, si trova anche la quantità di sodio nell’acqua.
Il valore consigliato per la tutela della salute pubblica arriva a un massimo di 200 mg per litro. Si tratta di un parametro puramente organolettico che, a livello sanitario, può non avere lo stesso riscontro, specialmente per i soggetti ipertesi.
Ecco perché è importante avvalersi di purificatori acqua domestici che, grazie all’osmosi inversa, riducono il residuo fisso e abbassano i livelli di sodio nell’acqua. In questo modo si ottiene un’acqua senza sale, buona e leggera, che sgorga dal rubinetto.
Non si può dare un range ma si può specificare che a seconda dell’acqua “di partenza” un purificatore acqua a osmosi inversa riesce a trattenere fino al 96% di sodio presente nell’acqua.
Per quanto riguarda le acque in bottiglia, quelle con i livelli più bassi in commercio si attestano su 1 mg/l. Al di sotto (si arriva anche a 0,6 mg/l) l’effetto diuretico è molto accentuato.
Cosa vuol dire acqua priva di sale ?
L’acqua con poco sodio si chiama iposodica. Si tratta di un’acqua minerale definita anche oligominerale che, per sua natura, ha livelli bassi di nutrienti.
Acqua a basso contenuto di sodio: i vantaggi
L’acqua povera di sodio favorisce la diuresi e l’eliminazione di quantità eccessive di questo sale minerale nel sangue, mantenendo livelli più bassi di pressione sanguigna.
In generale, il sodio nell’acqua:
- può regolare l’equilibrio tra acidi e basi presenti nei liquidi organici;
- forma i gradienti elettrochimici a livello delle membrane cellulari, ovvero gli elementi alla base del processo di trasmissione dell’impulso nervoso;
- controlla l’osmolarità del liquido extracellulare e del plasma sanguigno, regolando i volumi dei liquidi corporei.
Chi può bere un’acqua con poco sodio
Un’acqua a basso contenuto di sodio è la migliore alleata per una moltitudine di soggetti per cui il benessere psicofisico è fondamentale:
- per chi deve seguire un regime alimentare iposodico, così da prevenire eventuali problematiche legate all’ipertensione;
- per le donne che vogliono contrastare la ritenzione idrica e che, attraverso un’acqua povera di sodio, possono favorire la diuresi e il drenaggio dei liquidi;
- per chi segue una dieta dimagrante;
- per i soggetti che hanno difficoltà di digestione. I sali, se presenti in concentrazioni elevate, possono avere effetti negativi sugli acidi presenti nello stomaco.
A cosa serve l’acqua povera di sodio?
In definitiva, l’acqua a basso contenuto di sodio, se abbinata a una dieta iposodica, riduce il rischio di malattie cardiovascolari e altre patologie legate all’ipertensione. Contribuisce anche a mantenere in salute reni, occhi e cervello, ovvero gli organi più esposti alle conseguenze di alimentazioni ricche di sale.
Quale acqua bere con la pressione alta?
Chi soffre di pressione alta (ipertensione), deve fare molta attenzione all’idratazione, assumendo tra 1,5 e 2 litri di acqua al giorno. Mantenendo l’equilibrio idrico, la pressione sanguigna resta più facilmente entro parametri normali.
Per favorire l’abbassamento della pressione, oltre a ridurre drasticamente il sale dalla dieta, è necessario scegliere un’acqua oligominerale o leggermente mineralizzata. Nei casi più gravi di ipertensione è meglio optare per acqua povera di sodio, con indici di questo minerale inferiori ai 20 mg/l.
In generale, le buone pratiche per chi soffre di pressione alta consistono in:
- eliminare dalla dieta il sale da cucina (cloruro di sodio), sostituendolo con prodotti iposodici dietetici, con sale iodato o sale marino integrale;
- limitare il consumo di alimenti particolarmente salati, condimenti e intingoli, incentivando l’utilizzo di spezie;
- utilizzare acqua a basso residuo fisso, povera di sodio.
È comunque fondamentale non eliminare completamente l’introduzione di sodio nell’organismo in quanto si tratta di un elemento indispensabile per il corretto svolgimento dei processi metabolici.
Quali sono le acque migliori per i reni?
I reni sono organi emuntori che hanno il compito di depurare l’organismo trattenendo i nutrienti ed eliminando le sostanze di scarto o in eccesso. Mantenerli in buona salute significa avere un buon equilibrio di pressione sanguigna e non avere “ostruzioni” che impediscano loro di lavorare.
Chi soffre di calcoli renali, per esempio, dovrebbe bere un’acqua con residuo fisso basso (massimo 50 mg/l), quindi povera di calcio. Chi è affetto da insufficienza renale dovrebbe invece optare per un’acqua leggermente mineralizzata o oligominerale, con livelli di sodio inferiori ai 10 mg/l.
Proprietà e caratteristiche delle acque ricche di sodio
L’acqua con alte concentrazioni di sodio permette al corpo di trattenere più liquidi, aumentando di conseguenza la ritenzione e riducendo la diuresi. Si parla di abbondanza quando la concentrazione del minerale supera i 200 mg per litro.
Chi può bere un’acqua con molto sodio?
L’acqua ricca di sodio è particolarmente indicata per gli sportivi che svolgono attività intense. La sudorazione, infatti, è la principale causa di espulsione del minerale dal corpo, da reintegrare con l’idratazione. L’acqua sodica è indicata per i soggetti che tendono a perdere liquidi in modo eccessivo. Inoltre, fa bene a chi soffre di pressione bassa.
Il sodio nell’acqua: perché è utile
Il sodio è un sale minerale essenziale per diversi processi cellulari, in primis è importantissimo per il processo di osmosi cellulare. Ha infatti un’attività regolatrice del bilancio idrico e favorisce l’idratazione dei diversi tessuti.
Questo sale, nello specifico, tende ad attirare l’acqua del liquido extra-cellulare e la trasferisce nel sangue, con benefici per il filtraggio renale. Di contro, provoca un aumento della pressione sanguigna, dannoso per chi soffre di ipertensione.
L’Acqua ricca di sodio fa bene?
Il sodio contenuto all’interno dell’acqua, anche se abbondante, è comunque molto inferiore rispetto alla percentuale che si trova nei cibi. Ecco perché, sebbene l’eccesso di questo minerale possa causare problemi renali e cardiovascolari, l’acqua ricca di sodio non fa male a chi gode di ottima salute.
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L’acqua migliore da bere
Per tutte le motivazioni appena menzionate è indispensabile scegliere un’acqua minerale che aiuti il corpo, piuttosto che affaticarlo.
Per questo, le soluzioni possibili sono due:
- Si può scegliere l’acqua migliore da bere consultando le varie etichette, accertandosi che vi sia un ridotto contenuto di sodio.
- Fare uso abituale di un’acqua depurata a livello domestico, così che sia potabile ma soprattutto sicura, a basso contenuto di sodio e priva di calcare.
Se è indispensabile bere acqua, è altrettanto importante saperne scegliere un tipo che risponda a tutti i requisiti qualitativi a livello chimico-fisico.
In base alle specifiche esigenze personali è consigliabile assumere un differente tipo di acqua, ad esempio:
- in caso di difficoltà digestive sono consigliate acque ricche di bicarbonati che, diminuendo l’acidità, facilitano la funzionalità dell’apparato digerente;
- nel caso di osteoporosi è raccomandata l’acqua contenente calcio, un elemento indispensabile per il metabolismo delle ossa;
- in presenza di calcoli renali si preferiscono acque minimamente mineralizzate che tendono a prevenire questo disturbo;
- se si soffre di ipertensione arteriosa si devono scegliere acque iposodiche in quanto il sodio, come detto sopra, tende a causare innalzamenti pressori.
Anche l’età svolge un ruolo di primaria importanza nella scelta del tipo di acqua da bere; ogni fase della vita, infatti, mostra differenti esigenze metaboliche, da rispettare con attenzione.