La scelta tra acqua in bottiglia o acqua del rubinetto non è così scontata a causa di tanti falsi miti che circondano il consumo di questo liquido.
Infatti, l’acqua contenuta all’interno delle bottigliette in PET viene considerata di qualità superiore rispetto a quella che scorre direttamente dai rubinetti delle case, ma non si tratta sempre della verità.
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Acqua in bottiglia, il primato dell’Italia
Il primato dell’acqua in bottiglia è molto difficile da surclassare in Italia, primo paese in Europa per il consumo di acqua in bottiglia.
Qui, il business legato a questo bene primario è enorme, con fatturati di 3,1 miliardi di euro registrati nel 2023 per le aziende che la imbottigliano.
Essendo un bene pubblico, in Italia le aziende pagano canoni infinitesimali per poter imbottigliare e commercializzare l’acqua, che sono fino a 250 volte minori rispetto al costo finale del prodotto sugli scaffali del supermercato. Per questo oggi, nel Belpaese, esistono più di 260 brand di acqua.
Ogni anno sono in totale 16,5 miliardi i litri di acqua che vengono convogliati all’interno dei contenitori plastici usa e getta secondo i dati riportati da Il Sole 24 Ore.
La maggior parte di questi volumi è destinata al mercato nazionale, mentre all’estero le acque confezionate italiane sono sempre più richieste a causa della loro qualità e del packaging che, oltreconfine, viene valutato come elegante.
Acqua in bottiglia, è davvero la scelta migliore?
L’acqua contenuta nelle bottigliette in PET non sempre proviene da fonti naturali, ma è sicuramente sottoposta a diversi controlli che ne assicurano la potabilità.
Le criticità possono sorgere quando la conservazione delle casse d’acqua non avviene nei modi più consoni.
Lasciando le bottiglie di plastica esposte per lunghi periodi alla luce del sole può infatti verificarsi il fenomeno della migrazione, che rilascia microplastiche all’interno dell’acqua.
Lo stesso discorso avviene quando ci si dimentica la bottiglia in macchina che, surriscaldandosi per l’esposizione al sole, rende il liquido non più di qualità.
In termini puramente economici, l’acqua in bottiglia è molto più costosa rispetto all’acqua del rubinetto: in media 0,19 centesimi di euro al litro nei supermercati, contro i 0,0036 millesimi di euro.
Inoltre ha un impatto ambientale più importante, a iniziare dalla produzione delle bottiglie in PET che consumano moltissime risorse naturali (acqua in primis) e contribuiscono in modo significativo alle emissioni di CO2.
Una volta esausti, i contenitori non sempre sono smaltiti nel modo corretto, andando ad alimentare il fenomeno dell’inquinamento plastico.
Tra gli oggetti che si trovano più spesso a galleggiare in mari e oceani e in tanti ecosistemi del nostro pianeta, le bottigliette hanno un primato notevole.
Acqua del rubinetto in Italia, qualità garantita
Il livello dell’acqua potabile in Italia è tra i più alti in Europa.
La sua qualità, infatti, viene assicurata per oltre l’80% della rete idrica nazionale, grazie a severi controlli che periodicamente vengono applicati dall’autorità sanitaria e da chi gestisce i servizi idrici a livello comunale.
L’acqua, per essere considerata potabile, deve infatti rispettare determinate regole, specialmente per quanto riguarda i livelli di alcune sostanze presenti al suo interno. Questi sono determinati dalle direttive europee e sono molto stringenti.
Nonostante questo, molti italiani sono ancora scettici sul bere acqua del rubinetto, optando per l’acqua in bottiglia.
La causa può essere dovuta anche al sapore, che varia da zona a zona in base alle fonti di estrazione.
Bere acqua del rubinetto, perché fare un test
Chi ha dubbi nei confronti della qualità dell’acqua del rubinetto, può effettuare un test gratuito e valutare il livello della propria abitazione.
Infatti, se l’acqua del Comune è sicura e controllata in tutto il suo tragitto dall’acquedotto al servizio di distribuzione idrica pubblico, una volta raggiunte le tubazioni degli edifici non è più soggetta a queste verifiche stringenti.
Qui possono verificarsi alcuni problemi, per esempio legati a tubazioni obsolete e perdite che rischiano di introdurre nel liquido delle sostanze indesiderate.
Esistono in commercio dei kit con strisce che, a contatto con l’acqua, cambiano colore se sono presenti particolari sostanze come cloro, nitrati e piombo. A volte possono reagire anche alla presenza di determinati batteri.
Aziende italiane come Acqualife mettono a disposizione delle famiglie un test dell’acqua gratuito che permette di valutare la quantità di residuo fisso (ovvero di sali disciolti), la conducibilità e la durezza del liquido di casa.
Perché scegliere un purificatore per l’acqua del rubinetto
In relazione ai risultati del test dell’acqua è possibile valutare l’installazione di un purificatore domestico, che grazie alla tecnologia dell’osmosi inversa può ridurre le eventuali sostanze indesiderate incontrate nelle tubazioni domestiche.
Inoltre, questo dispositivo rende l’acqua inodore e permette di regolare il residuo fisso, influendo così sul sapore finale.
Oltre a questi benefici, il risparmio sull’acquisto di bottigliette in PET risulta notevole, per non parlare dell’eliminazione del trasporto di pesanti casse d’acqua.
Anche l’ambiente ringrazia, con chili e chili di plastica risparmiata all’ambiente ogni anno da una singola famiglia.
Prova il test senza impegno e scegli in maniera consapevole di bere acqua dal rubinetto al posto di quella in bottiglia.