Il Mare Ionio è il bacino più profondo dell’intero Mediterraneo. In più punti raggiunge valori superiori a 4000 metri, con il massimo di 5020 metri a livello di Capo Matapan.
Secondo il parere di Goletta Verde, il Mare Ionio risulta mediamente inquinato rispetto all’Adriatico e al Tirreno e complessivamente le sue acque vengono valutate pulite.
Indice dei contenuti
Conformazione del Mare Ionio
Delimitato da Sicilia, Albania e Grecia, il Mare Ionio comunica con il Mar Tirreno attraverso lo Stretto di Messina e con il Mare Adriatico tramite il Canale d’Otranto.
È risaputo che, soprattutto negli ultimi anni, l’inquinamento marino si è sempre maggiormente diffuso, arrivando a raggiungere dimensioni allarmanti per l’intero ecosistema.
Una delle cause di questo problema si ricollega al massiccio impiego di materiali plastici utilizzati come contenitori per alimenti (in particolare delle bottiglie d’acqua) che, avendo un basso indice di riciclo, rimangono nell’ambiente per lunghissimo tempo.
A questo dato di fatto si aggiungono le cattive abitudini di alcuni bagnanti che durante la stagione estiva abbandonano rifiuti di ogni genere (tra cui anche quelli plastici) sull’arenile.
Oltre alla plastica vi sono comunque anche molti altri agenti inquinanti sia di tipo chimico (idrocarburi e metalli) che microbiologico (germi patogeni).
Il Mare Ionio è un bacino molto profondo, ma ha un’estensione piuttosto limitata in quanto è circondato da territori che fungono da virtuali confini.
Pertanto il riciclo idrico risulta più contenuto rispetto ad altri bacini più aperti oppure interessati da correnti più forti.
Secondo il parere di Goletta Verde, in alcune zone delle acque costiere del Mar Ionio sarebbe stato rilevato un inquinamento da sostanze chimiche decisamente inferiore rispetto a quello presente lungo le coste Adriatiche, ma molto più alto per quanto riguarda la componente batterica.
Questo dato, che si riferisce a qualche anno fa, deriverebbe da un’errata gestione dei sistemi di depurazione del sistema idrico nei centri abitati che, soprattutto in alcune località turistiche, scaricano direttamente in mare.
Tipologia d’inquinamento del Mare Ionio
Relativamente alle condizioni del Mare Ionio è necessario distinguere tra tre differenti generi di inquinamento, riscontrabili a livello di:
- spiaggia
- superficie del mare
- fondo del mare
Per quanto riguarda la spiaggia, i materiali maggiormente coinvolti, che corrispondono a una media di 658, sono:
- residui plastici (20%)
- polistirene (12%)
- cotton fioc (9%)
- tappi e coperchi (7%)
- filtri e mozziconi di sigarette (7%)
Sulla superficie del mare sono invece presenti con una media di 332 i seguenti oggetti:
- residui plastici (21%)
- sacchetti di plastica (20%)
- contenitori di polistirolo (12%)
In profondità, dove i rifiuti costituiscono una media di 510, gli inquinanti maggiormente rilevabili sono:
- residui di plastica (28%)
- sacchetti di plastica (12%)
- contenitori per alimenti (11%)
- bottiglie di vetro (8%)
- reti per molluschi (8%)
Questi dati sono forniti da un recente Report realizzato da “Marine Litter Assessment in the Adriatic and Ionic Seas”.
Rifiuti sugli arenili del Mare Ionio
Per quanto riguarda la presenza di rifiuti sull’arenile è chiaro che la loro provenienza può essere marina e quindi provenire da abbandono di materiali inquinanti in mare aperto che poi vengono trasportati a riva dalle correnti.
A questa quota bisogna poi aggiungere anche quella derivante dall’abbandono di oggetti direttamente sulla spiaggia.
Per la stragrande maggioranza si tratta di polimeri artificiali, cioè di sostanze sintetizzate in laboratorio e quindi non esistenti in natura.
Come è facile riscontrare dalle tabelle, i rifiuti in plastica rappresentano la netta maggioranza dell’intera campionatura, e comprendono oggetti di diverse dimensioni (dalle bottiglie ai tappi ai contenitori per alimenti)
Inaspettatamente una percentuale piuttosto elevata di scarti è rappresentata dai cotton fioc, di evidente derivazione domestica e di solito sfuggiti (date le loro piccole dimensioni) ai sistemi per il trattamento delle acque di scarico.
Rifiuti nelle acque del Mare Ionio
In relazione all’inquinamento dell’acqua del Mare Ionio, le ricerche scientifiche hanno evidenziato che essa si presenta due volte meno inquinata chimicamente rispetto a quella del Mar Adriatico.
La componente plastica anche in questo caso risulta preponderante ed è formata da sacchetti, fogli e altri pezzi di varie provenienze.
Il polistirolo è un materiale sintetico poroso impiegato per il trasporto del pesce appena pescato e quindi particolarmente abbondante nelle zone di mare vicine ai porti dove attraccano le barche da pesca.
Bisogna tenere conto del fatto che sulla superficie marina sono visibili soltanto rifiuti leggeri, in quanto quelli pesanti tendono a depositarsi sul fondo, dove rimangono per decenni.
Rifiuti sul fondale del Mare Ionio
Nel paesaggio sottomarino la plastica è ancora una volta la protagonista assoluta dello scenario ambientale.
Sui fondali si trovano principalmente rifiuti pesanti che, una volta eliminati da natanti oppure gettati in mare da riva, tendono a depositarsi sul fondo, venendo progressivamente inglobati dall’habitat.
Questi materiali, oltre a costituire un pericolo per l’ecosistema, rappresentano anche un grave rischio per la fauna ittica che può ingurgitare gli oggetti considerandoli cibo.
In seguito all’ingestione di questi substrati, i pesci possono accumulare sostanze tossiche non solo per sé stessi, ma anche per l’uomo.
Altre forme di inquinamento del Mare Ionio
I fiumi che sfociano nel Mare Ionio spesso riversano in acqua scarichi non adeguatamente trattati dai depuratori, contribuendo in tal modo ad incentivare la concentrazione d’inquinanti.
L’emergenza depurativa assume connotati particolarmente allarmanti dato che i composti microbiologici non sono visibili ma possono risultare molto pericolosi per la salute.
La pessima qualità delle acque marine in prossimità delle foci è un problema che affligge alcune zone della costa Ionica, che rischiano di trasformarsi in vere e proprie fogne a cielo aperto.
I principali germi patogeni riscontrabili nelle acque monitorate appartengono alla specie Escherichia Coli e Enterobacter Intestinalis, batteri normalmente presenti nell’organismo umano, ma che possono diventare patogeni se provenienti da acque inquinate.
I campioni per le analisi microbiologiche vengono prelevati mediante contenitori sterili e conservati in frigorifero fino al momento delle procedure di laboratorio.
Un’altra fonte inquinante che desta preoccupazione è quella relativa allo smaltimento degli oli esausti, recuperati alla fine del loro ciclo vitale. Sono derivanti dalla lubrificazione delle apparecchiature industriali, di automobili, di mezzi agricoli e soprattutto di natanti.
Sempre attraverso le acque dei fiumi, possono arrivare al mare anche alcuni composti inorganici. I più comuni sono i fosfati derivanti da lavorazioni industriali, capaci di nutrire le alghe microscopiche responsabili del fenomeno della eutrofizzazione.
Un’altra categoria di dannose molecole inorganiche sono i pesticidi, provenienti dalla composizione chimica dei fertilizzanti agricoli, che si comportano da potenti inquinanti marini.
Oltre all’immissione di acque dolci, un altro fattore molto dannoso è quello degli scarichi di materiale idrico contaminato, prodotto da un’inadeguata depurazione dei reflui urbani oppure da scarichi illegali.
Come affrontare il problema dell’inquinamento del Mare Ionio
Per affrontare in maniera efficace e produttiva le problematiche relative all’inquinamento del Mare Ionio è necessario innanzi tutto sensibilizzare la coscienza individuale delle persone.
Infatti eliminando l’abbandono di rifiuti sia in terra che in mare potrebbe diminuire notevolmente l’inquinamento da materiali visibili.
Per quanto riguarda invece quello da sostanze invisibili è indispensabile agire “a monte” ovvero a livello dei sistemi di depurazione.
Infatti una notevolissima quota di sostanze dannose proviene proprio dagli impianti idrici urbani sia abitativi che industriali.
Si tratta di una tematica molto rilevante che dovrebbe diventare un tema prioritario per la salvaguardia dell’ambiente.
Accanto a impianti industriali sono attualmente disponibili anche sistemi di depurazione domestica estremamente efficaci che garantiscono il trattamento delle acque al punto d’uso.
In questo modo viene garantito un minimo impatto ambientale anche a livello del mare, che rappresenta un ecosistema d’importanza vitale.